Le note di testa, fresche e leggiadre, rappresentano i profumi dell’aia – gli agrumi, le aromatiche quali il basilico e il rosmarino - che crescevano attorno casa e venivano utilizzati per cucinare, talvolta anche per frizionarseli addosso per mandare via le zanzare e darsi un tono.
Le note di cuore, invece, evocano un gesto di cura e consuetudine che mia nonna compiva, quello di mettere in un vaso di casa, riempito di acqua, dei fiori di campo: quel vaso non solo ingentiliva l’ambiente, ma lo aggraziava di buoni odori, così come il fieno tagliato attorno a casa (e quanti starnuti da allergico!) e il giaggiolo, che a maggio spuntava fiero e viola dai muri a secco.
Le note di fondo, infine, sono la memoria di quel tempo ormai passato ma sempre qui con me. La madia, con quel profumo di legno e pane appena sfornato che mi faceva venire fame e sentire protetto. Il cipresso, con le sue note resinose e balsamiche, che mi accompagnava verso casa. L’olivo, i suoi legni nodosi, le sue foglie argentate e sempre vive, a ricordo dei giorni della brucatura e dell’olio.
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